GTB - Impianto endosseo

Il primo sistema implantare ad alto rendimento biologico:

  • Facilità nell’approccio chirurgico
  • Risultati predicibili
  • Assenza di perimplantiti
  • Nativo digitale

 

Massima riduzione del micro-gap all’interfaccia moncone-impianto

La connessione è conica a 11° per lato con indice antirotazionale ottagonale. L’accoppiamento conico assicura la massima riduzione del micro-gap all’interfaccia moncone-impianto e notevole aumento della stabilità della componente protesica sotto carico con assenza di micromovimento moncone-impianto. L’indice ottagonale garantisce la massima facilità protesica con indice a otto posizioni.
Il profilo concavo del profilo emergente delle componenti protesiche permette un notevole aumento della quantità di tessuto connettivo perimplantare e una protezione della connessione implantoprotesica.

 

L’alto rendimento biologico

Le viti impianto GTB sono state progettate mediante FEA (Finite Element Analysis) per trasmettere il carico masticatorio progressivamente lungo l’asse maggiore dell’impianto, sfruttando soprattutto il terzo apicale e scaricando il più possibile il terzo coronale dell’impianto. Questa scelta è dettata dalla necessità di evitare sovraccarichi sull’osso corticale al fine di preservarlo permettendo il mantenimento dei livelli dei tessuti sia duri che molli.

Inoltre, la progettazione è stata focalizzata a minimizzare le componenti di trazione trasmesse al tessuto osseo sia nel loro valore medio sia nei picchi di carico. Questa scelta deriva dalla biologia stessa del tessuto osseo in quanto esso è in grado di sopportare alti carichi di compressione mentre sopporta il 30% in meno in caso di carichi di trazione e il 65% in meno in caso di carichi taglio.

Tutte le caratteristiche del sistema GTB concorrono a riorganizzare il carico occlusale trasmesso all’interno del corpo implantare e a scaricarlo in modo progressivo lungo l’asse dell’impanto stesso. Questo effetto permette di non sovratensionare l’osso marginale sfruttando al massimo l’osso alveolare per dissipare le forze masticatorie. Questo garantisce di tutelare prima di tutto meccanicamente il tessuto osseo marginale.

 

La vite endossea

Le viti impianto GTB presentano una filettatura a profilo cilindrico con un corpo dell’impianto conico con una spira di tipo reverse buttress modificato a sezione progressiva che permette l’aumento della componente compressiva rispetto a quella tensiva, caratteristica che ben si adatta al comportamento sotto carico della componente ossea. Le spire presentano un profilo triangolare e aggressivo solo nel terzo apicale dell’impianto per diventare a profilo trapezoidale nel terzo coronale dell’impianto (in questo modo è possibile minimizzare i sovraccarichi localizzati dovuti agli angoli acuti caratteristici delle spire a sezione triangolare). Infine, la sezione delle spire è definita 10°- 30° riferendosi all’angolo che la spira forma rispetto alla normale all’asse dell’impianto.

Con questa soluzione è possibile limitare l’ingombro della spira a favore del tessuto osseo, avere una spira con una migliore compenetrazione nel tessuto osseo e garantire una limitata componente di trazione trasmessa all’osso. Garantire più volume disponibile per il tessuto osseo significa avere lo stesso carico occlusale distribuito su un volume maggiore di osso a tutto vantaggio della biomeccanica della vite impianto anche in caso di diametri ridotti o impianti corti. La filettatura è a doppio principio per facilitare l’inserimento e assicurare una stabilità primaria eccellente anche in condizioni ossee di scarsa qualità. L’intervallo tra le creste delle spire (pitch) è di 0,6 mm.

 

La BioPlatform

L’impianto GTB presenta come nota originale e distintiva una piattaforma implantare con un profilo geometricamente complesso atto a garantire diversi fenomeni biomeccanici e biologici:

  • aumento della superficie osteointegrabile disponibile del 30%
  • abbassamento del punto di scarico delle forze occlusali tra moncone e impianto
  • creazione di una nervatura di rinforzo del collo implantare
  • formazione di uno spazio anulare disponibile per il coagulo ove quest’ultimo è meccanicamente protetto

La piattaforma dell’impianto non è più solo una zona non utilizzata dalla connessione protesica ma assume un ruolo fondamentale nella gestione del tessuto osseo marginale e del tessuto connettivale gengivale.

 

Gola di scarico

Le viti impianto GTB presentano una gola di scarico dei fluidi che permette il deflusso dei liquidi durante l’avvitamento dell’impianto nel sito osseo. La presenza di una gola di scarico dei fluidi deriva dalla scelta progettuale di avere strumenti chirurgici per l’osteotomia praticamente in congruenza con la lunghezza della vite impianto, permettendo di evitare la compressione idrostatica del coagulo all’apice del sito implantare. L’apice dell’impianto è convesso e atraumatico per eseguire in sicurezza tecniche di mini sinus lift con il massimo rispetto della membrana schneideriana.

Osservando i risultati FEA (presenti sul catalogo) diventa evidente come l’impianto GTB trasmetta il carico occlusale maggiormente tramite il suo terzo apicale e limitando al minimo la componente di trazione. È inoltre importante constatare come gli impianti corti abbiano un comportamento biomeccanico praticamente identico a impianti di lunghezza 9,0 mm di pari diametro e come con un piccolo incremento di diametro, passando da impianti di diametro 3,6 mm a impianti di diametro 4,3 mm, l’efficienza biomeccanica dell’impianto GTB aumenti notevolmente riuscendo a dimezzare i valori di sforzo trasmessi al tessuto osseo.

 

La superficie OsseoGRIP

Le viti implantari sono interamente trattate, fino all’interfaccia fixture-abutment, con trattamento OsseoGRIP caratterizzato da una microsabbiatura mediante HA di grado medicale (HA rimossa dalla superficie implantare dopo il processo di trattamento e decontaminazione superficiale) per una migliore osteoconduttività della superficie di ossido di titanio, validata da 15 anni d’impiego nel settore implantare. Al processo di modificazione superficiale si è data notevole importanza alla decontaminazione superficiale ottenuta mediante lavaggi in serie e plasma freddo d’argon, procedure validate e certificate. Punto fondamentale per otterene una superficie implantare perfettamente detersa e sterile. 

 

Il posizionamento

Il posizionamento subcrestale delle viti implantari è una indicazione chirurgica in grado di permettere la crescita dell’osso corticale al di sopra della piattaforma rendendo ancor più efficaci biomeccanicamente gli impianti GTB ed al fine di tutelare l’osso corticale da sovratensionamenti e in particolar modo dalle componenti di trazione di questi ultimi. Le viti implantari sono interamente trattate, fino all’interfaccia fixture-abutment, con OsseoGRIP caratterizzato da una microsabbiatura mediante HA di grado medicale (HA rimossa dalla superficie implantare dopo il processo di trattamento e decontaminazione superficiale) per una migliore osteoconduttività della superficie di ossido di titanio, validata da 15 anni d’impiego nel settore implantare. Al processo di modificazione superficiale si è dato un peso importante alla decontaminazione superficiale ottenuta mediante lavaggi in serie e plasma freddo d’argon, procedure validate e certificate.

 

GTB-CATALOGO PRODOTTI

GTB TZERO

Patented Corpo, filettatura, disegno e struttura lo rendono l’impianto d’elezione per il carico immediato: trasmissione controllata e graduale del carico masticatorio

Massimo rispetto dei tessuti duri e molli con la massima stabilità primaria

 

La vite impianto GTB TZERO è stata progettata in accordo con la filosofia di preservazione dei tessuti duri e molli perimplantari tipica della sistematica GTB ma con un innovativo profilo della sezione delle sue spire.
L’impianto GTB TZERO non presenta un semplice filetto a doppio principio bensì una doppia filettatura a doppio principio, una apicale e una coronale, perfettamente raccordate tra di loro.
Questa caratteristica permette di ottenere un impianto con un alto potere penetrante nell’osso anche in presenza di sottopreparazioni importanti del letto implantare.
Il tutto si traduce clinicamente nella garanzia di poter ottenere sempre valori di stabilità primaria di sicurezza per una protesizzazione immediata senza dover ricorrere a tecniche di press-fit dell’osso marginale che, come da filosofia GTB, deve essere preservato da qualsiasi insulto meccanico non fisiologico.

 

 

 

Profilo cilindrico del collo implantare
Minimo carico dell’osso corticale

Profilo conico del nocciolo dell’impianto.
Distribuzione ideale del carico masticatorio, minima trazione e massima compressione.

Filettatura a doppio principio, progressiva e a contrafforte inverso modificato.
Rapidità d’inserimento, stabilità primaria, trasmissione del carico ideale.
Aumento del BIC

Filettatura apicale a doppio principio perfettamente raccordata con la filettatura coronale.
Rapidità d’inserimento, stabilità primaria, sotto preparazioni in osso tenero, assenza di compressioni in osso compatto.

Apice attivo a fresa.
Possibilità di eseguire sotto preparazioni verticali in osso tenero.

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